Recensione
Qualcuno, rimasto affascinato dall'incantevole collocazione nel cuore dal borgo rinascimentale di Grottammare alta, stenterà a credere che questo piccola ma solida realtà di provincia sia diventata una multinazionale: già, perché dal 2004 l'Osteria dell'Arancio ha una "succursale" nientemeno che a Londra (King's Road 383), dove ovviamente ripropone la sua formula in auge da oltre vent'anni. Una bella soddisfazione per il proprietario Michele Alesiani, che però non si è montato la testa e continua a portare avanti anche in patria il suo progetto, basato su pietanze di qualità, con un occhio alla cucina del territorio e un altro alla sperimentazione.
Punti di forza del ristorante sono l'ambiente elegante (che d'estate si allarga anche al selciato della piazza) e il servizio, inappuntabile nonostante la giovane età del personale. La cantina è fornitissima, la cucina elaborata e raffinata. Unica pecca: negli ultimi anni i prezzi sono decisamente aumentati attestandosi sui 50 euro circa per un pasto completo.
Si comincia con antipasti alla carta molto fantasiosi, tra i quali spicca un abbinamento inconsueto ma ben riuscito: gamberi e carciofi in tempura con salsa agrodolce.
L'inventiva dello chef lascia ampia discrezionalità anche nella scelta dei primi: ottima la pasta con carciofi e tartufo nero ma anche, su un versante molto più tradizionale, i ravioli al ragù con salsa in umido (da elogiare tra l'altro l'abbondanza delle porzioni). Secondi robusti e legati alla cucina regionale: tagliata di marchigiana con patate arrosto e verze oppure costolette d'agnello con broccoli e patate. Si chiude gustando un ottimo dolce al cioccolato bianco e salsa di lamponi, non senza aver provato qualcuno dei tantissimi vini a disposizione.