Osteria dei Peccatori Hot
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0Add
Indirizzo
Via / piazza
corso Cristoforo Colombo 39
Città
Gallarate
Regione
Lombardia
Provincia
Varese
Informazioni
Giorno di chiusura
lunedì
Orari
mezzogiorno e sera
Coperti
85
Prezzi
35-40 €
Carte di credito
Sì
Contatti
Telefono
0331-777115
Sito internet
E-mail
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Opinione autore
Osteria dei Peccatori
2012-05-24 19:45:16
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 24 Mag, 2012
Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 2020
#1 recensione - Guarda tutte le mie opinioni
Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 2020
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Recensione
Data di visita
Gennaio 04, 2020
Recensione
Cucina di qualità e di ricerca, oppure piatti alla buona per un pubblico meno esigente ma molto affamato? Marco Colombo non si è neppure posto il problema: ha scelto di seguire, parallelamente, entrambe le strade, strizzando l'occhio al tempo stesso alla clientela d'élite e a quella più "ruspante". L'Osteria dei Peccatori, infatti, è diventata famosa grazie alle sue ricche e fantasiose cotolette, ciascuna ispirata a uno dei peccati capitali, e agli altrettanto variegati risotti; col tempo, però, si è costruita anche una lista di piatti alternativi, curati e rispettosi della tradizione, e una cantina di buon livello. Questo doppio binario ha contribuito al successo, insieme all'eccellente posizione del ristorante, situato a due passi dell'uscita dell'autostrada; alla fine, caso più unico che raro in questa zona, se ne sono accorti anche i curatori della guida "Osterie d'Italia" di Slow Food...
Il menu si apre con una serie di antipasti di terra e di mare: la cervella alla milanese (12 euro, non sempre disponibile) e i mondeghitt bustocchi (polpettine) sono gli unici ispirati alla cucina locale, per il resto si ondeggia tra classici come gnocco fritto o pan dorà al lardo (8,50 euro) e composizioni delicate come il polpo al basilico con purea di fave. Arrivando ai primi, non si può prescindere dai già citati risotti (12-13 euro): ce ne sono sempre almeno sette varietà. Abbiamo provato quelli con Inferno e fontina (forse il migliore), bitto e Barbera, con gamberi, zafferano e rucola, con zucca e salsiccia, ma ci sono anche altre perle come pere e Castelmagno, porcini e mirtilli o addirittura gamberi, zafferano e liquirizia; inappuntabile, comunque, la cottura. Tra gli altri primi, le proposte più originali sono gli gnocchi di zucca con salsa di noci e profumo di amaretto e le reginette alla carbonara dell'oste (con cipolla e olive).
Ed eccoci al piatto che ha fatto la fortuna del ristorante: la cotoletta alla milanese (18-20 euro) declinata in sette diverse versioni più una, la classica senza condimenti. Persino il purista più ortodosso non potrà fare a meno di apprezzare l'Accidia (con melanzane alla parmigiana), l'Invidia (radicchio e crema di taleggio), l'Avarizia (provolone e zucchine trifolate) e l'audace Gola (bacon e scamorza)... Ma non finisce qui: ampio è lo spazio dedicato ai classici lombardi (15-20 euro), come bollito misto, cassoeula (solo in inverno), rognone, rane fritte e i tipici bruscitt bustocchi con polenta. Interessante anche la tagliata di bue ubriaco, ossia manzo marinato nella birra rossa, e per gli incontentabili c'è anche la spadellata di pesce. Dolci della casa (5-6 euro) meno caratteristici ma di buona qualità: tiramisù (con Pavesini!), crostata, latte in piedi e la crema dell'oste, una catalana con marsala, amaretti e salsa al caramello. La cantina è discretamente selezionata: deludente però il Merlot che dovrebbe segnare la rinascita dei vini varesini. Come digestivo provate una delle ottime grappe Roner. Conto finale non economico ma tutto sommato onesto.
Il menu si apre con una serie di antipasti di terra e di mare: la cervella alla milanese (12 euro, non sempre disponibile) e i mondeghitt bustocchi (polpettine) sono gli unici ispirati alla cucina locale, per il resto si ondeggia tra classici come gnocco fritto o pan dorà al lardo (8,50 euro) e composizioni delicate come il polpo al basilico con purea di fave. Arrivando ai primi, non si può prescindere dai già citati risotti (12-13 euro): ce ne sono sempre almeno sette varietà. Abbiamo provato quelli con Inferno e fontina (forse il migliore), bitto e Barbera, con gamberi, zafferano e rucola, con zucca e salsiccia, ma ci sono anche altre perle come pere e Castelmagno, porcini e mirtilli o addirittura gamberi, zafferano e liquirizia; inappuntabile, comunque, la cottura. Tra gli altri primi, le proposte più originali sono gli gnocchi di zucca con salsa di noci e profumo di amaretto e le reginette alla carbonara dell'oste (con cipolla e olive).
Ed eccoci al piatto che ha fatto la fortuna del ristorante: la cotoletta alla milanese (18-20 euro) declinata in sette diverse versioni più una, la classica senza condimenti. Persino il purista più ortodosso non potrà fare a meno di apprezzare l'Accidia (con melanzane alla parmigiana), l'Invidia (radicchio e crema di taleggio), l'Avarizia (provolone e zucchine trifolate) e l'audace Gola (bacon e scamorza)... Ma non finisce qui: ampio è lo spazio dedicato ai classici lombardi (15-20 euro), come bollito misto, cassoeula (solo in inverno), rognone, rane fritte e i tipici bruscitt bustocchi con polenta. Interessante anche la tagliata di bue ubriaco, ossia manzo marinato nella birra rossa, e per gli incontentabili c'è anche la spadellata di pesce. Dolci della casa (5-6 euro) meno caratteristici ma di buona qualità: tiramisù (con Pavesini!), crostata, latte in piedi e la crema dell'oste, una catalana con marsala, amaretti e salsa al caramello. La cantina è discretamente selezionata: deludente però il Merlot che dovrebbe segnare la rinascita dei vini varesini. Come digestivo provate una delle ottime grappe Roner. Conto finale non economico ma tutto sommato onesto.
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