Opinione scritta da Locuste

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Ristoranti
 
2012-05-16 21:06:04 Locuste
Voto medio 
 
6.6
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
3.0
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Settembre 29, 2010
Recensione
Quando i titolari dell'Osteria del Gnocco Fritto, uno dei più frequentati ristoranti dei Navigli, hanno preso la decisione di aprire un secondo locale a poche centinaia di metri di distanza, l'intento è stato probabilmente quello di differenziare il business con un'offerta più raffinata, oltre che incentrata sui secondi di carne. La posizione defilata e le luci soffuse, in effetti, assicurano al Certe Notti un'atmosfera decisamente più tranquilla, talvolta persino troppo, visto che il locale deve ancora farsi un nome. Ma non si tratta solo di apparenza: il ristorante offre qualcosa di importante anche sul piano della qualità delle materie prime e della (moderata) ricerca gastronomica. I prezzi, comunque, sono di fascia medio-alta, sulla scia degli altri locali della zona.

Scorrendo i piatti del menu sembra di notare una certa ispirazione "toscana", ma per aprire la cena non si può fare a meno neppure qui del classico gnocco fritto, accompagnato da coppa, salame e lardo. In alternativa gli ottimi crostini con fegatini o qualche abbinamento più ricercato (crema di cipolle di Tropea e parmigiano). Interessanti anche i primi, come i tradizionali ravioli dal plin o gli gnocchi di patate al ragù di chianina, ma anche gli originali tagliolini menta e pecorino. Abbastanza ben fornita la cantina nella quale spiccano alcune buone etichette di Vino Nobile di Montepulciano.

Naturalmente, come già anticipato, il piatto forte della casa è la carne: ecco dunque comparire in tavola tutti i tagli principali, dalla costata alla griglia alle puntine in salsa barbecue, passando per la tagliata (rucola e grana, ma anche con composta di cipolle all'aceto balsamico), per il filetto al pepe verde e anche per la fiorentina. La scelta migliore è però forse il Certe Notti, 700 grammi di carne per due persone (o per una particolarmente affamata...). Buoni anche i dolci (cheese cake, tarte Tatin, creme brulée al cioccolato bianco) e soprattutto i sorbetti alcolici o analcolici, tra i quali si segnala l'ottimo sorbetto al fico. Come digestivo, per chi ha lo stomaco forte, da non perdere un sorso del micidiale "latte di suocera".
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:59:56 Locuste
Voto medio 
 
8.0
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
9.0
Servizio 
 
7.0
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8.5
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 14, 2007
Recensione
Se c’è un luogo in cui non possono sussistere dubbi sulla genuinità della cucina, è senz’altro l’azienda vinicola e agrituristica di Carlo Coppo e figli. La conduzione del locale è talmente casalinga che, nella piccola sala da una ventina di posti (prenotare assolutamente!), le pietanze vengono servite direttamente nel tegame di cottura, lasciato poi nella stanza a disposizione dei clienti per eventuali “rabbocchi”. La filiera produttiva è ridotta all’osso: tutto ciò che si mangia e si beve è fatto in casa, vino compreso. Soltanto per il moscato (che è poi un mosto fermentato) si ricorre al lontano parente Sergio Coppo: lontano per modo di dire, visto che si trova a pochi km di distanza, a San Giorgio Monferrato. Insomma, per chi non si aspetta raffinatezze gastronomiche, il luogo è ideale per gustare i piatti tradizionali di quest’angolo di Piemonte.

Anche i prezzi sono davvero competitivi: un pasto completo costa 25 euro, comprensivi naturalmente di tutti i “bis” nonchè di una generosissima offerta di vino. Ottimo il Grignolino dall’inconfondibile color rosso rubino, assai corposo il Barbera, da provare anche il moscato di cui si è detto e la dolce moscatellina. Il pranzo si apre con una serie di antipasti: salame crudo e cotto con olive, seguito da polpette di carne cruda su letto di rucola, frittatine di erbette di campo e peperoni con salsa tonnata e capperi. Sontuosa preparazione al primo costituito da una capiente pentola di ravioli al brasato con ragù di carne, tanto semplici quanto gustosi.

Il secondo, come il primo, fa dell’immediatezza il suo cavallo di battaglia: il capretto in tegame non sarà una pietanza originale, specialmente nel periodo pasquale, ma invoglia a servirsi più volte anche grazie alla particolare tenerezza delle carni. Si arriva dunque al dolce con un assaggio di pan di spagna al caffè e di panna cotta: la “vera” panna cotta, assai diversa da quella industriale servita nella grande maggioranza dei locali. Insieme al caffè viene servito anche un mini-dessert di cereali ricoperti di cioccolato, e per chiudere l’immancabile grappa e le ciliegine sotto spirito ai chiodi di garofano. Servizio cortese e fin troppo discreto.
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:54:25 Locuste
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7.0
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7.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
5.0
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 2015
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 01, 2015
Recensione
Da quando le porte di Alghero si sono (ri)aperte al turismo internazionale, lungo i bastioni della città sono spuntati come funghi locali e ristoranti, alcuni dei quali di qualità assai dubbia, dove è facile essere "spennati"... ma forse questo lo abbiamo già scritto altrove. Pur trovandosi a pochi metri dai bastioni stessi, la Trattoria Cavour è riuscita in qualche modo a proteggersi dall'invasione e ha conservato nel tempo la sua identità: a sei anni dalla nostra prima visita i prezzi sono un po' saliti e il menu si è aggiornato con qualche traduzione in inglese (maccheronico), ma per il resto le cose sono rimaste quasi immutate. La sala è piccola ma accogliente, ed è piacevole lasciarsi consigliare sui piatti del giorno, anche dai figli del proprietario, coinvolti negli ultimi tempi nella gestione. Il menu lascia ampio spazio alla carne, con il gettonatissimo porcetto a farla da padrone, ma nelle giornate propizie vale la pena di gettarsi a capofitto sul pesce fresco e su qualche piatto un po' più elaborato, con abbinamenti non scontati.

I tempi di attesa non brevissimi, compensati però da un servizio sempre accurato, consigliano di "tamponare" l'appetito con qualche antipasto come l'immancabile agliata, piatto tipico algherese, oppure l'insalata di polpo. Una variazione molto interessante e gustosa è costituita dai gamberi con guanciale, miele e bottarga. Si passa poi ai primi che, almeno in parte, ricalcano la tradizione dell'isola: è il caso dei corposi maccheroncini alla purpuzza, la parte interna della salsiccia. Più fantasiose le fettuccine al polpo e pecorino: il condimento è forse un po' troppo liquido, ma l'abbinamento dei sapori è perfettamente riuscito. Immancabili i piatti più classici come spaghetti con le vongole e linguine al granchio.

Con i secondi, come detto, gli amanti della cucina di terra trovano il loro spazio, grazie soprattutto al porcetto - cotto al punto giusto - ma anche al cinghiale e ai piatti di formaggi assortiti, con almeno tre varietà di pecorino. Anche il mare però vuole la sua parte e dunque, accanto ai calamari arrosto, se si è fortunati si può contare su un bel sarago o, ancor meglio, su una splendida orata alla griglia: rigorosamente non di allevamento. Dolci meno degni di nota ma per una discreta seadas si può sempre fare spazio. Meritata menzione per il vino: su quello in bottiglia ci sono ricarichi sostenuti, ma il bianco e il rosso della casa sono di livello più che accettabile.
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:51:38 Locuste
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5.9
Qualità 
 
5.0
Quantità 
 
6.0
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5.5
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7.0
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Mag 14, 2004
Recensione
ATTENZIONE: il ristorante non risulta più in attività.

"La Caverna" è un piccolo ristorante a gestione familiare, che si affaccia su una delle vie di massimo scorrimento di Busto Arsizio. La felice posizione procura al locale una buona affluenza di clienti, che gradiscono tanto la pizzeria, anche se non particolarmente economica, quanto il ristorante vero e proprio, che propone una cucina semplice e alla buona.

Il menu prevede un buon assortimento di piatti, ma la scelta migliore è affidarsi ai gestori, prodighi di consigli sulle pietanze più appetibili della giornata. Fra i primi, tutti molto classici, si segnalano per originalità i maccheroncini alla Caverna, preparati con una gustosa salsa a base di panna, funghi e zucchine. Con lo stesso sugo vengono serviti anche gli gnocchi.

Come secondo si può optare per i classici nodini burro e salvia o scegliere la zuppa di pesce. Il pasto si chiude con dolci fatti in casa: noi abbiamo provato una discreta zuppa inglese. Una birra di media qualità completa il quadro di un ristorante non destinato ai palati fini, ma adattissimo a chi vuole trascorrere una tranquilla serata all'insegna di un'atmosfera raccolta e casereccia.
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:49:30 Locuste
Voto medio 
 
7.6
Qualità 
 
8.5
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Servizio 
 
6.0
Prezzo 
 
9.0
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Novembre 06, 2004
Recensione
Una volta la trattoria della famiglia Dioni era uno dei tanti, tantissimi ristoranti che punteggiano la pianura tra Parma e Piacenza ("qui se non fai bene da mangiare chiudi subito" ci spiega uno dei gestori). Poi la scelta di differenziarsi, puntando sulle antiche ricette emiliane ma anche sull'originalità, nel segno della torta fritta - altrove nota come gnocco. E, da allora, il successo di pubblico. Oggi la trattoria Cavallo resta un affermato ristorante per il pranzo con piatti tipici emiliani: pasta fatta in casa, fagioli e pisarei, brasato di cavallo con polenta, merluzzo fritto. Ma ogni venerdì e sabato sera si trasforma nella frequentatissima "tortafritteria".

Il nostro consiglio, sia per il basso prezzo, sia per la completezza, è quello di provare la degustazione offerta dalla casa. Si comincia con un antipasto a base di ciccioli e cicciolata, crema di parmigiano, verdure alla piastra, carciofi alla romana e cipolline in aceto balsamico. Poi entra in scena la torta fritta in tutte le sue varianti: quella più semplice e classica, a base di acqua e farina; quella rustica con uova e patate; quelle alla ricotta e al gorgonzola. Ad accompagnarla, superbi salumi della zona: dal crudo di Parma all'appetitoso culatello, dalla spalla cotta di San Secondo alla coppa, per finire con il lardo con rosmarino, da provare assolutamente.

Accanto ai salumi campeggiano i formaggi: gorgonzola e stracchino i più significativi. Il tutto naturalmente annaffiato da robuste dosi di Gutturnio dei Colli Piacentini (cantina Pusterla), in due versioni: fermo o frizzante. Per chiudere, uno dei tanti gelati del menu - si consiglia la Coppa Cavallo - e i liquori della casa: nocino e bargnolino, quest'ultimo davvero delizioso. E se non basta, all'interno del locale c'è una fornitissima rivendita di prodotti tipici. Una sola avvertenza: occhio alla bilancia che troverete accanto all'ingresso, potrebbe servirvi...
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:45:58 Locuste
Voto medio 
 
8.1
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
8.5
Servizio 
 
8.5
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7.0
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 16, 2011
Recensione
Chi varca la porta della trattoria di via Biondi, nel pieno centro di Catania, sappia che sta per andare incontro a un vero e proprio scontro di civiltà. Il vulcanico (è il caso di dirlo) Nino, o meglio il cavalier Mannino come ricordano le onorificenze alle pareti, ha una sua teoria molto personale sulla sociologia del linguaggio: visto che in Italia si parla italiano, in Sicilia bisogna parlare siciliano. I clienti non catanesi, o perlomeno non isolani, si preparino dunque a un vero e proprio fuoco di fila di battute, non tutte comprensibili al primo ascolto. A Nino piace scherzare, ma certamente non in cucina: un pranzo o una cena da queste parti sono un tuffo nella Sicilia più genuina, tra piatti tanto semplici quanto deliziosi e materie prime di eccellente qualità. I prezzi abbordabilissimi fanno il resto e trasformano questa trattoria in una tappa imperdibile, ben al di là del folklore.

Il menu, recitato a voce, si apre con una serie di antipasti: per verdure e simili c'è un piccolo buffet da cui servirsi a volontà, ma consigliamo caldamente di optare per l'eccellente antipasto di mare con alici, gamberetti all'olio piccante, insalata di polpo e fritturina mista, accompagnato da una robusta giardiniera con olive. Chi non mangia pesce non se la passa comunque male: ecco comparire il primo sale e un'eccellente caponata. Anche sui primi c'è assai poco da ridire: spettacolari le pennette alla catanese, con alici, pomodoro, pinoli, finocchietto e mollica grattugiata, aggiunta direttamente nel piatto. Stesso discorso per i rigatoni alla Norma con ricotta fresca; di ottimo livello anche le linguine alle vongole.

Tra i secondi non manca qualche proposta a base di carne, come salsicce o puntine di maiale, ma il piatto forte è ovviamente il pesce: imperativo informarsi con il personale sulla proposta del giorno. Di ottima qualità l'orata arrosto così come il semplice ma squisito pesce spada alla griglia. Fermarsi a questo punto sarebbe però un delitto: il bello viene con i dolci, l'originale torta alle fragoline e soprattutto una celestiale torta alla ricotta con pistacchio, davvero sublime per delicatezza e accostamento di sapori. Tutto questo ben di Dio può essere accompagnato da una ristretta scelta di vini locali, ma anche da un più che onesto bianco della casa; per chiudere, un paio di bicchierini di limoncello che ben si abbinano alle dissertazioni del proprietario...
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:43:15 Locuste
Voto medio 
 
6.6
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
6.5
Servizio 
 
9.5
Prezzo 
 
2.0
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Dicembre 08, 2011
Recensione
Castiglione delle Stiviere è città di grandi sportivi: alcuni vi sono nati, come il pallavolista della nazionale Cristian Savani o l'arbitro di serie A Andrea Gervasoni, ma molti altri la frequentano spesso e volentieri, per concedersi le prelibatezze dell'Osteria da Pietro. Parliamo di un locale decisamente lontano dai nostri standard abituali, premiato con una stella dalla prestigiosa guida Michelin: la fascia alta si riconosce anche dai piccoli particolari, come il portone chiuso all'esterno (per entrare bisogna suonare) o la squisita accoglienza di Giampietro Ferri, titolare e tuttofare insieme alla moglie Fabiana. I modi potranno sembrare un po' formali ai clienti meno avvezzi, ma la sostanza è ben diversa: la cucina, benché di alta scuola, si ispira massicciamente alla tradizione locale, e la semplicità è la vera cifra stilistica del ristorante. Le stesse porzioni sono meno ridotte di quanto si potrebbe pensare, anche perché i piatti dal menu sono spesso intervallati da generosi assaggi offerti dalla casa.

Il locale propone due menu completi, bevande escluse: uno a 35 euro e uno, assai più ricco, a 70. Tra gli antipasti, al di là della classica tartare di manzo e del culatello di Zibello, da segnalare la presenza delle lumache e fave rosolate con polenta e dell'interessante luccio in salsa di olive nere taggiasche, capperi e patate. Il top è però l'essenziale ma eccellente crema di patate con olio extravergine e crostini. Tra i primi non si possono perdere i piatti più tipici del menu: i malfatti alle erbe di campo con burro fuso e parmigiano e i dolcissimi tortelli di zucca con lo stesso condimento. Di buon livello anche i tagliolini di pasta fresca con gamberi rossi, pomodorini e zucchine.

Secondi di carne o di pesce: tra i primi, armonico e riuscito il tenero di fesa di vitellone arrostito con salsa al rosmarino. In alternativa l'originale petto d'anatra con salsa al vino rosso e ciliegie. Sull'altra sponda, ecco i gamberoni di Sicilia allo zafferano ma soprattutto il gustoso baccalà mantecato al latte con polenta, di rara delicatezza. A disposizione anche un'accurata selezione di formaggi, ma la vera specialità della casa sono i dolci: paradisiaca la crema di castagne con gelato al fiordilatte e praline, ottima anche la cialda con gelato alla vaniglia, ananas caldo e frutti di bosco. Cantina ampia e ben fornita, particolarmente sul fronte delle bollicine, con spumanti e champagne di varia provenienza; molti anche i vini stranieri in lista. Prezzi alla carta non inferiori ai 70 euro.
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:40:59 Locuste
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6.8
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
6.0
Prezzo 
 
5.5
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 20, 2007
Recensione
Siamo a Taormina, forse l’angolo più affascinante - ma di certo il più “abusato” - dell’intera Sicilia. Le incessanti ondate di turismo “vippaiolo” che invadono la città spingono sempre più spesso i visitatori meno tolleranti, e meno abbienti, verso il borgo medioevale di Castelmola, arroccato sulla collina che sovrasta la baia. Il paesino è in effetti molto frequentato e, grazie ai suoi pittoreschi locali (come il “fallico” bar Turrisi), ai negozi caratteristici e ai non rari spettacoli di piazza, vanta anche un’animata vita notturna. Cenare qui, come si può immaginare, non è di solito una scelta particolarmente appagante né economica; eppure non manca qualche locale, come questa Taverna dell’Etna, che si eleva al di sopra della media generale.

Anche se a tratti viene il dubbio di trovarsi alle pendici del Vesuvio piuttosto che dell’Etna (parte del personale è di origini napoletane), il servizio è più che discreto e l’ampia terrazza panoramica soddisfa anche gli occhi, almeno di giorno. Il menu, a parte l’inevitabile tributo al turismo internazionale con piatti quali prosciutto e melone o pasta al pesto, non presenta picchi di eccellenza ma è comunque interessante. Citiamo soprattutto, tra i primi, gli ottimi e abbondanti spaghetti allo scoglio con cozze, vongole, fasolare, gamberi e calamari. Non mancano le classiche pennette alla Norma (melanzane fritte, pomodoro, ricotta e basilico) ma anche abbinamenti meno consueti come le penne zucchine e pesce spada.

Come secondo si può optare per una lunga lista di piatti di mare, che variano naturalmente a seconda del pescato del giorno; consigliamo comunque due portate sempre disponibili, entrambe di qualità più che buona e in porzioni generose. Da una parte il fritto di scoglio con calamari, gamberi, seppie; dall’altra il tipico tonno alla stimpirata, ovvero tonno fresco con capperi, pomodorini, acciughe e olive. Una prelibatezza. Ampio il campionario di dolci con la cassata in bella evidenza, mentre dopo il dessert basta farsi un giro in paese per assaggiare il caratteristico vino di mandorla. Si esce piuttosto soddisfatti al termine di una cena che, considerando il contesto, può valere i circa 40 euro del conto.
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:39:24 Locuste
Voto medio 
 
7.4
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
6.5
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
9.0
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 2015
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Dicembre 09, 2015
Recensione
La prima stesura di questa recensione risale al lontano 2004, l'ultima (per ora) al 2015: la notizia è che avremmo potuto confermarla parola per parola, senza la minima variazione. Forse ora il signor Franco, proprietario e gestore, ha smesso di stupirsi per le recensioni che periodicamente gli vengono dedicate da guide gastronomiche, siti e blog; sicuramente invece continuano a sorprendersi gli avventori, più o meno casuali, nello scoprire un ristorante di Milano in cui è possibile consumare una cena completa ad appena 12 euro (completa di primo, secondo e contorno; con bevande, antipasto, dolce e caffè si arriva al massimo a 20).

Com'è possibile questo apparente miracolo? Semplicemente, la trattoria Alla Casareccia (proprio così, con la "a") è esattamente quello che il nome promette: un piccolo ristorante familiare, ordinario e finanche dimesso nell'aspetto, ma in grado di offrire piatti gustosi e genuini con una disarmante semplicità. L'essenzialità è decisamente la cifra stilistica del locale, che presenta nel menu preparazioni davvero basiche come spaghetti al ragù, braciola ai ferri o arrosto di vitello; c'è però un "plus" importante che aggiunge qualità al tutto, ed è la presenza delle specialità calabresi. Da provare assolutamente la rosamarina, una saporitissima salsa a base di pesce e peperoncino da spalmare sul pane (detta anche "sardella"); degno accompagnamento sono il salame e la coppa calabresi e il provolone.

Tra i primi, oltre ai citati spaghetti, fanno capolino anche le orecchiette alle cime di rapa, insieme a minestrone di verdure e pasta e fagioli; le cime di rapa sono poi protagoniste anche come secondo piatto, in abbinamento alle saporite salsicce. In alternativa anche polpette al pomodoro o scaloppine al vino bianco, accompagnate da patate all'olio e peperoncini fritti. Formaggi, frutta e dolci hanno prezzi irrisori un po' come tutto il resto: ottimo il cannolo siciliano, ma sono di qualità anche le torte, di mele o di ricotta. Per chi non ha pretese a livello di servizio e atmosfera, un indirizzo da non perdere.
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Ristoranti
 
2012-05-16 20:36:43 Locuste
Voto medio 
 
5.6
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
5.5
Servizio 
 
5.5
Prezzo 
 
3.5
Opinione inserita da Locuste    16 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 28, 2007
Recensione
A metà strada tra Parma e Reggio e non lontano dal corso del Po, l'ottocentesco casolare ristrutturato di Lorenzo Motta offre ai suoi visitatori non soltanto una cucina verace e genuina, ma anche un albergo caratteristico e non eccessivamente costoso, con camere ricavate nel vecchio fienile. L'ambiente è tipicamente agreste, l'atmosfera molto familiare e accogliente; il luogo, insomma, si presenta benissimo. Purtroppo però le porzioni, a fronte di una qualità ottima, non sono sempre di qualità adeguata e il servizio risulta a tratti insufficiente. Il conto finale, che difficilmente resta al di sotto dei 40 euro, non migliora il giudizio.

Il menu varia a seconda della stagione, ma è interamente basato su piatti della tradizione reggiana. Il pranzo si apre, dunque, con una serie di antipasti veramente eccellenti: l'immancabile salame nostrano, ma anche il culatello all'aceto balsamico, l'erbazzone al prosciutto e l'imperdibile salame fritto nel Lambrusco (o nel vino bianco). Anche i primi piatti non si distaccano dal tipico canovaccio della zona: ecco dunque cappelletti in brodo, tortellini e tortelli alle erbe. Segnalate anche, nella stagione invernale, le tagliatelle al sugo d'asina.

Secondi meno esaltanti anche se ugualmente tipici: filetto all'aceto balsamico il migliore, ma ci sono anche coniglio arrosto e trippa all'emiliana. Tra i dolci spicca la "solita" zuppa inglese anche se non mancano, in stagione, le più estive fragole con gelato. Discreti i vini: la cantina è basata soprattutto su varie etichette di Lambrusco. Dopo il caffè impossibile chiudere senza un bicchierino di Nocino.
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