Opinione scritta da Locuste

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Ristoranti
 
2012-05-10 10:53:12 Locuste
Voto medio 
 
7.5
Qualità 
 
6.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
6.5
Prezzo 
 
9.0
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 24, 2008
Recensione
Uno dei punti a favore della lunghissima e gradevole spiaggia di La Barrosa, pochi km a sud di Cadiz, è il fatto che le auto debbano tenersi alla larga: la strada principale scorre qualche decina di metri più in su, e al mare ci si arriva percorrendo brevi traverse che ospitano tranquille villette residenziali. Ciò non toglie che basti risalire uno di questi viottoli per passare immediatamente dalla spiaggia alla... tavola, vista l'abbondanza di ristoranti e locali di ogni tipo. Molti di questi sono pensati appositamente per passarvi le ore più calde, quando restare al sole diventa quasi impossibile: verandine ombrose, tavoli e sedie di plastica, servizio alla buona ma anche appetitosi menu a base di pesce e non solo. Particolarmente interessanti e abbondanti le porzioni offerte da questa piccola "risotteria" che si apre proprio sulla via più importante.

Il menu è piuttosto ampio e variegato anche se non è garantita la disponibilità di tutti i piatti elencati; certa, invece, l'estrema generosità dell'offerta, che permette di concedersi un pasto completo con meno di 20 euro. Per iniziare si può consigliare il più che discreto gazpacho della casa, fresco e invitante, ideale nelle roventi giornate estive. Poi, visti il nome e la presentazione del locale, ci si dedica inevitabilmente ai risotti e ai vari tipi di paella disponibili. La più attraente è la paella de mariscos (nella foto), davvero considerevole per dimensioni e ricca di ingredienti, dai gamberoni alle cozze passando per vongole e peperoni.

Ottimi e abbondanti anche i mejillones a la marinera, che non corrispondono però alle nostre "cozze alla marinara", ma sono invece serviti in umido con aglio e pomodoro. Da provare anche il pulpo a la gallega, polpo caldo a fette aromatizzato con olio, spezie e l'immancabile aglio. Sul versante carne si può optare per la classica presa iberica (fettina di maiale), anche qui piuttosto generosa nelle porzioni. Nel settore bevande il locale non va tanto per il sottile: meglio optare per una cerveza (la solita Cruzcampo è tra le migliori) piuttosto che per una versione assai opinabile del tinto de verano, che si traduce nei fatti in una miscela "all'italiana" di vino rosso e gazzosa.
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Ristoranti
 
2012-05-10 10:50:18 Locuste
Voto medio 
 
5.4
Qualità 
 
5.5
Quantità 
 
5.0
Servizio 
 
4.0
Prezzo 
 
7.0
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 14, 2006
Recensione
I vicoli del centro storico di Sassari riservano numerose sorprese al visitatore, mostrandogli quasi all'improvviso il vero volto della città, ben lontano dall'elegante stile liberty delle piazze più moderne. E' qui che si svolge l'antica e amatissima festa della Faradda (discesa) dei Candelieri, a metà fra cerimonia religiosa e rito civile; è qui che si può ancora assaggiare la vera cucina sassarese con i suoi piatti tradizionali che fanno poche concessioni alla raffinatezza, ma molte al gusto. Da questo punto di vista L'Assassino si presenta bene, con il suo menu variegato e ricco di proposte: purtroppo, però, il servizio approssimativo e le carenze della cucina penalizzano notevolmente il ristorante e offuscano la sua fama, fino a qualche anno fa assai viva.

Come detto i piatti sulla lista sono molti, ma è meglio informarsi preventivamente sulla loro disponibilità, specialmente durante la stagione estiva, per evitare sorprese. Sono disponibili anche due menu degustazione: attirano particolarmente le sassareserie, una serie di dieci assaggi di piatti tipici più un primo, al prezzo di 20 euro. Alcune portate superano effettivamente la prova e meritano un elogio: l'ottima cordula (interiora di maiale) con piselli, le lumache e i lumaconi, il salsiccione con i fagioli e le favette. Non soddisfano invece la trippa e le fettine di asino e di cavallo, troppo cotte e di dimensioni misere; mancano i piedini d'agnello e le fave al lardo; in definitiva, le portate sono assai meno numerose di quanto annunciato e la soddisfazione è minima.

Questo atteggiamento non può che incidere anche sul resto della lista, che peraltro presenta numerosi piatti della tradizione sarda, alcuni dei quali ben cucinati: melanzane grigliate, nervetti e animelle tra gli antipasti, poi culurgiones alla barbaricina (pasta tipica con ottimo sugo di carne) e, in stagione, l'originale fregola con arselle. Non mancano neppure il porcetto arrosto con patate (discreto), il pesce alla griglia e, tra i dolci, le seadas. Decisamente discutibile il vino rosso della casa che è ai limiti della bevibilità. Alla fine il bilancio è inevitabilmente negativo, anche se la sensazione è che basterebbe poco - magari una maggiore attenzione nei confronti del cliente - per migliorare le cose.
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Sagre
 
2012-05-10 10:47:39 Locuste
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7.8
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
8.5
Prezzo 
 
7.5
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Mag 22, 2011
Recensione
Uno degli appuntamenti più classici della provincia, raddoppiato a grande richiesta nel 2011. Ampia affluenza, ma la coda si esaurisce velocemente. Servizio al tavolo rapido e puntuale, prezzi dai 5 ai 9 euro a piatto. Ovviamente meglio puntare sugli asparagi anche se non manca una grigliata mista di buon livello. Peccato solo per la cottura non ottimale di alcune pietanze.

Alcuni piatti: Risotto agli asparagi (foto), asparagi alla Bismarck (foto), grigliata mista, salamella alla griglia, fagioli, patatine fritte
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Ristoranti
 
2012-05-10 10:44:56 Locuste
Voto medio 
 
7.5
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
7.5
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 18, 2008
Recensione
Il primo impatto delle Locuste con l'Andalusia non sarebbe potuto essere migliore. Intendiamoci: la Cerveceria La Caña è una semplice birreria e non offre nulla di trascendentale sul piano qualitativo. Eppure in pochi minuti, nella nostra prima visita "a las cinco de la tarde", questo locale ha reso più che evidenti tre principi cardine della ristorazione spagnola: 1) si può mangiare a qualsiasi orario, o quasi; 2) i prezzi sono notevolmente più bassi che in Italia; 3) cañas e tapas sono istituzioni assolutamente immancabili in qualsiasi contesto.

La caña, per chi non lo sapesse, non è altro che un'unità di misura della birra: corrisponde, più o meno, a 0,30 litri (qualcosa in più della nostra "piccola"). Di fatto questo termine ha ormai preso il posto della parola cerveza: se ordinate una caña, vi sarà servita sempre e comunque birra. Naturalmente esistono anche bicchieri più grandi (per esempio il tanque, circa mezzo litro) ma la caña è conveniente, anche perché spesso è disponibile in accoppiata con le tapas, piccole porzioni di cibi di ogni tipo: in questo locale di Arroyo de la Miel, ad esempio, una caña accompagnata da una tapa costa appena 2,50 € e cioè addirittura meno di una tapa ordinata da sola (2,90)!

Veniamo ora al cibo. Difficile aspettarsi gustose specialità locali in quell'abnorme (e orrendo) monumento al turismo di massa che è la Costa del Sol, eppure anche questo locale senza pretese offre qualcosa di buono. Ad esempio l'immancabile jamon iberico, il locale prosciutto, oppure il queso manchego, formaggio disponibile in versione fresca e stagionata. Ottime anche le anchoas (acciughe) e gli huevos rellenos (uova ripiene). I piatti più sostanziosi sono però senz'altro l'ensalada di cozze e surimi e i pinchos de cerdo y de pollo (spiedini di pollo e di maiale). Tutto è naturalmente commisurato all'ordinazione: la tapa è una porzione davvero piccola, ma ci sono anche la racion (porzione intera) e la media racion. In ogni caso un pasto completo difficilmente costerà più di 15 euro.
Per quanto riguarda la cerveza, qui come altrove domina l'ubiqua Cruzcampo, onesta marca locale.
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Ristoranti
 
2012-05-10 10:40:03 Locuste
Voto medio 
 
7.5
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
8.5
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
6.5
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Settembre 24, 2009
Recensione
Quando si dice "agriturismo" si intende, o si dovrebbe intendere, esattamente questo: un luogo più o meno isolato - in questo caso i pochi km che separano dalla strada principale non sono certo un ostacolo insormontabile -, più o meno immerso nella natura ma soprattutto autosufficiente, cioè in grado di provvedere da solo a tutti, o quasi tutti, i prodotti utili per la sua cucina. Per fortuna la provincia di Alessandria è ricca di buoni esempi in questo senso, ma qui siamo di fronte a un caso davvero eccezionale: a tavola tutto, ma proprio tutto è fatto o raccolto in casa, dalle prelibate verdure dell'orto al maiale, dalle conserve al miele fino ai formaggi, alle castagne, ai funghi. Non che Anna Maria Rivera e la sua famiglia abbiano voluto rinunciare a qualsiasi elemento di novità nella loro cucina: semplicemente, quando ne sentivano il bisogno, lo hanno "importato" e allevato in casa, com'è successo nel caso del succulento coniglio grigio di Carmagnola.

Insomma un locale davvero "a chilometro zero" e anche a consumi molto prossimi allo zero, viste le ridottissime dimensioni della sala da pranzo e l'apertura solo nel weekend: indispensabile prenotare!. Viste le premesse il prezzo, 26 euro vini esclusi, è più che accettabile. Il menu è fisso - con le debite varianti stagionali - e annunciato a voce dal personale: il primo antipasto è il delicato paté di fegato servito con verdure sottaceto al miele, ed è rigorosamente da consumare con il pane fatto in casa (ottimo quello alle noci). Seguono assaggi di altre prelibatezze come il flan di zucca con formaggio fuso, il già citato tonneau di coniglio grigio e soprattutto l'eccellente polenta con Montébore (formaggio di mucca e pecora, presidio Slow Food della zona) e mostarda di Barbera. I vini, unico elemento che fa eccezione alla logica... autarchica, provengono comunque tutti da un'ottima selezione di cantine locali: a parte Dolcetto, Freisa, Barbera e il Grignolino delle cantine Saccoletto, c'è da provare il curioso Monferrato Rosso Picùla Rùsa dell'azienda agricola Rugrà.

I primi proseguono nel solco della semplicità e della fedeltà alla tradizione: il minestrone, nonostante i tagliolini artigianali e l'utilizzo di sole verdure "autoctone", non è un piatto indimenticabile. Meglio, anche se di cottura un po' eccessiva, le originali trofie di castagne al sugo di funghi (inutile dire che questi ultimi vengono direttamente dai boschi della zona). Tra i secondi spunta l'eccellente salsiccia di capriolo che si sposa perfettamente con il fresco contorno di insalata di cavolo e senape; più ordinario, ma morbido e saporito il porcellino arrosto. I dolci sfruttano ancora una volta gli onnipresenti prodotti della casa con la squisita crostata di fichi e sambuco e il latte dolce in tazza, in sostanza una crema pasticciera. Da non perdere a fine pasto l'archibùs, liquore estratto dall'omonima pianta che, in italiano, è detta "tanaceto"... il termine dialettale, però, rende meglio l'idea!
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Ristoranti
 
2012-05-10 10:25:35 Locuste
Voto medio 
 
7.3
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
8.5
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
4.5
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 03, 2006
Recensione
Estrema cortesia, arredamento elegante dal sapore antico, servizio curato e piatti tipici della zona: entrando nella Locanda di Arconate sembra di fare un salto all'indietro nel tempo, ma forse si riscopre semplicemente la ristorazione come dovrebbe essere. Di questo tipo di locali di dimensioni assai ridotte (35 coperti), a conduzione familiare, che perpetuano la tradizione dei sapori locali, si stanno perdendo purtroppo le tracce; fortunatamente però il gestore Antonio Callini e la moglie paiono avere tutte le intenzioni di proseguire su questa strada.

Tradizione, comunque, non significa monotonia, e pertanto la scelta di pietanze a disposizione degli avventori è ampia e variegata. Si inizia con gli eccellenti e abbondantissimi antipasti misti: si fanno notare soprattutto il salame d'oca e il petto d'oca con grana, ma gustosissimi sono anche il baccalà mantecato e i funghi, anch'essi con grana. In altri periodi si può assaggiare anche la ricotta di pecora con miele e noci; tra gli affettati, invece, spicca il lardo.

Dopo questo inizio pantagruelico le porzioni diventano più misurate ma non meno appetitose: risotto (con funghi porcini oppure con scamorza e radicchio) e pasta artigianale con ragù di lepre. Ma il pezzo forte del locale sono i secondi: da provare lo scottadito con pere al barolo e cioccolato ma anche le più classiche rane fritte. Nota di merito anche per i dolci: biscotti alle mandorle, cialda con pera innaffiata di cioccolato, mousse di cioccolato. Cantina mediamente fornita, i prezzi per un menu completo si aggirano intorno ai 40 euro.
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Ristoranti
 
2012-05-10 10:23:37 Locuste
Voto medio 
 
7.6
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
6.0
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
8.0
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 17, 2004
Recensione
L'irraggiungibilità di un ristorante è garanzia di qualità? Forse no, ma è vero che la scomodità della posizione spesso si accompagna ad elevati livelli culinari. Di certo, in materia di luoghi inesplorati, l'Oasi del Cervo non ha nulla da invidiare a nessuno: a chilometri dal più vicino centro abitato, tra le scoscese montagne di Arbus, il casolare sorge in mezzo a ettari di macchia incontaminata, e offre ai suoi ospiti un servizio completo. Oltre a pranzi e cene, infatti, è possibile pernottare e partecipare, perché no, alle attività dell'agriturismo (mungitura delle capre, tanto per fare un esempio). Il tutto a poca distanza da un mare che nessun aggettivo basta a descrivere.

Sulla genuinità del pasto nessun dubbio è possibile. Basta dare un'occhiata nella cucina, adiacente al salone, per essere testimoni oculari dell'eccellente lavoro della signora Angela. E la qualità dei piatti non tradisce le attese. Gradita la scelta di limitare al massimo gli antipasti, al contrario di quanto fanno altri agriturismi: una fettina di prosciutto, bruschette, gustosissime melanzane e un po' di ricotta, quanto basta per apprezzare al meglio il seguito. E il seguito sta tutto in due primi da antologia: raviolini di carne e verdura con panna e malloreddus con zafferano e pomodoro, rigorosamente fatti in casa.

Inutile dire che fra i secondi il piatto forte è il classico porcetto arrosto, qui nella sua versione più tipica. Seguono verdure, eccezionale formaggio fresco e frutta. Ma uno dei punti di forza della cucina sono i dolci: le seadas, pasta fritta ripiena di formaggio e ricoperta di miele, e il gelato di latte di capra, degna chiusura del pasto. Come digestivo, non può mancare il mirto. Nel complesso un ottimo compendio della cucina di questa zona della Sardegna, con ospitalità e cordialità ai massimi livelli. Niente mangiate eccezionali però: l'abbondanza delle porzioni, purtroppo, non è una caratteristica del ristorante.
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Ristoranti
 
2012-05-10 10:19:00 Locuste
Voto medio 
 
7.0
Qualità 
 
9.0
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
3.0
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Febbraio 15, 2007
Recensione
Qualcuno, rimasto affascinato dall'incantevole collocazione nel cuore dal borgo rinascimentale di Grottammare alta, stenterà a credere che questo piccola ma solida realtà di provincia sia diventata una multinazionale: già, perché dal 2004 l'Osteria dell'Arancio ha una "succursale" nientemeno che a Londra (King's Road 383), dove ovviamente ripropone la sua formula in auge da oltre vent'anni. Una bella soddisfazione per il proprietario Michele Alesiani, che però non si è montato la testa e continua a portare avanti anche in patria il suo progetto, basato su pietanze di qualità, con un occhio alla cucina del territorio e un altro alla sperimentazione.

Punti di forza del ristorante sono l'ambiente elegante (che d'estate si allarga anche al selciato della piazza) e il servizio, inappuntabile nonostante la giovane età del personale. La cantina è fornitissima, la cucina elaborata e raffinata. Unica pecca: negli ultimi anni i prezzi sono decisamente aumentati attestandosi sui 50 euro circa per un pasto completo.
Si comincia con antipasti alla carta molto fantasiosi, tra i quali spicca un abbinamento inconsueto ma ben riuscito: gamberi e carciofi in tempura con salsa agrodolce.

L'inventiva dello chef lascia ampia discrezionalità anche nella scelta dei primi: ottima la pasta con carciofi e tartufo nero ma anche, su un versante molto più tradizionale, i ravioli al ragù con salsa in umido (da elogiare tra l'altro l'abbondanza delle porzioni). Secondi robusti e legati alla cucina regionale: tagliata di marchigiana con patate arrosto e verze oppure costolette d'agnello con broccoli e patate. Si chiude gustando un ottimo dolce al cioccolato bianco e salsa di lamponi, non senza aver provato qualcuno dei tantissimi vini a disposizione.
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Ristoranti
 
2012-05-10 10:16:45 Locuste
Voto medio 
 
7.3
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
5.0
Prezzo 
 
8.5
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 17, 2006
Recensione
Con i suoi bastioni a picco sul mare e gli stretti vicoli del centro storico, Antibes fa dimenticare presto la vicinanza della chiassosa e opulenta Montecarlo o della modaiola Cannes, in una parola della Costa Azzurra. Forse è solo un illusione dettata dalla visita fuori stagione, ma questa graziosa cittadina appare come un'oasi di serenità e riserva al turista una gradita accoglienza anche dal punto di vista culinario. Tanti infatti sono i ristorantini interessanti per chi ama la cucina di questa zona della Francia, che non è ancora Provenza ma le assomiglia molto per la densità dei sapori e la "ricchezza" (eufemismo) dei condimenti.

Qui come in altre zone della Francia tutti i ristoranti presentano un menu a prezzo fisso, più o meno economico (da ricordare che le bevande sono escluse), ma quantomeno i piatti proposti variano sensibilmente da un locale all'altro. La Voûte è situato in un seminterrato simpaticamente arredato: l'ingresso può apparire poco invitante, ma l'interno è accogliente e curato. Il menu a prezzo fisso (16 euro) debutta con una scelta di primi: essenziale ma molto saporita la soupe de poisson con crostini e relativa salsa, ricca e abbondante la salade niçoise (con tonno, olive, uova). Discreti anche i calamari (baignet de calamares).

Nei secondi il ristorante dà decisamente il meglio di sé, offrendo porzioni molto abbondanti e qualitativamente più che soddisfacenti. Le cozze con patatine (moules et frites) appagano gli amanti del mare insieme all'orata (dorade) servita in una terrina con panna e salsa di pomodoro. Per chi preferisce la carne c'è l'eccellente controfiletto di manzo (faux-filet de boeuf) con salsa al pepe verde. Il pasto si conclude con i dolci classici del luogo: crème caramel, mousse au chocolat, île flottante. Tra le bevande si può optare per il vino della casa - discreto il rosé - che rischia di essere più economico dell'acqua. Il prezzo finale, liquidi compresi, è di circa 22-24 euro a persona.
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Ristoranti
 
2012-05-09 16:16:41 Locuste
Voto medio 
 
7.4
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
7.0
Opinione inserita da Locuste    09 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 09, 2010
Recensione
Non ha niente a che vedere con il ben più famoso (e costoso) "Da Giannino" di via Vittor Pisani, e per non ingenerare confusione è meglio chiamarlo semplicemente "L'angolo d'Abruzzo", anche perché il nome è azzeccatissimo: sia per l'Abruzzo, di cui il ristorante riproduce fedelmente le specialità più tipiche, sia per l'angolo che identifica la sua posizione. Piccolo e rumoroso, ma accogliente, il locale propone un'offerta molto semplice: tovaglie a quadri, vino in brocca e atmosfera genuina. Insomma, per una volta anche a Milano un ristorante che si rivela davvero senza pretese e non si limita a voler sembrare tale. Le porzioni sono abbondanti e i prezzi contenuti, nulla da dire sulle pietanze più gettonate, anche se qualche approssimazione di troppo nella presentazione di alcuni piatti finisce per abbassare la qualità complessiva.

Chi volesse assaggiare un vino della cantina, fornita perlopiù di rossi della regione d'origine, lo ordini subito all'ingresso, altrimenti si vedrà recapitare in tavola il robusto e generoso rosso della casa: è comunque un bell'accontentarsi. Generoso è anche l'antipasto misto da cui attingere a piene mani: salumi vari (coppa, capocollo, salame piccante e non), frittatine alle verdure, melanzane e zucchine fritte, peperoni alla griglia, olive ascolane, squisito pane all'olio e così via. Si consiglia però di integrare il tutto con un assaggio dell'ottima burrata. Ampia la scelta dei primi: con il tris, che mescola gnocchi, ravioli e maccheroni, si fa però un po' troppa confusione. Meglio optare più semplicemente per i classici maccheroni alla chitarra con sugo d'agnello, essenziali ma molto apprezzabili, o anche per gli originali gnocchetti agli asparagi.

Arrivati al secondo, c'è naturalmente un piatto che vince su tutti: gli imperdibili arrosticini, che si avvicinano molto al livello di quelli assaggiati "in loco". Interessanti anche le costolette d'agnello. Evitabile invece la grigliata mista che aggiunge ai piatti sopracitati solo qualche poco significativa braciola e un assaggio di scamorza alla griglia. Abbondantissimo il contorno di patate al forno. Dopo aver tracannato un'altra caraffa di vino è tempo di passare a uno dei dolci della casa: torte, ma anche panna cotta, un'ottima crema catalana o i classici sorbetti. Per concludere due intere bottiglie di digestivo: l'amaro abruzzese ma soprattutto il micidiale centerbe, uno dei più forti liquori in commercio. L'ideale per ripartire di slancio...
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