Recensione
Dimenticatevi tutto quello che sapete della cucina romagnola e delle osterie di paese: qui, nonostante la location nel pieno centro storico di Faenza, siamo da tutt'altra parte, e già il nome "Baita" (apparentemente incongruo) dovrebbe farlo intuire. Il legame con il territorio non manca, ma prima ancora che nella cucina sta nella congenita passione per il buon gusto e i prodotti alimentari di qualità; senza un inveterato amore per il cibo, infatti, sarebbe stato impossibile mettere insieme un così vasto assortimento di eccezionali salumi e formaggi da ogni parte d'Italia e del mondo, che rendono il locale faentino davvero unico nel suo genere. La Baita, quindi, è prima di tutto raffinata e fornitissima rivendita di prodotti tipici, molti dei quali introvabili altrove. Poi, certo, ci sono i piatti veri e propri, e qui al valore degli ingredienti si uniscono la creatività e la (moderata) sperimentazione. Per farla breve: una sosta obbligata, anche per lo squisito servizio e l'atmosfera gradevolmente casalinga.
Come anticipato, il fiore all'occhiello del ristorante è l'ineguagliabile assortimento di affettati e formaggi, esposti anche nello scenografico bancone all'ingresso. Impossibile citare tutti i salumi disponibili (più di 40), possibilissimo invece abbinarli in piatti misti accompagnati dall'immancabile piadina: segnaliamo tra gli altri l'eccellente salame di Mora romagnola, il crudo toscano, la coppa estiva marchigiana, la lonza affumicata, e per i più esterofili anche il celebre Pata Negra. Stesso discorso per i formaggi, serviti con confetture, mostarda, miele, aceto balsamico: qui troviamo il meglio da tutta Italia (parmigiano, pecorino di fossa, robiola di capra, burrata, gorgonzola, piacentinu, caprino fresco...) e dall'estero (camembert, roquefort, vacherin de chevre, munster, stilton), con ampio turnover a seconda della stagione. Altri antipasti: verdure sott'olio, funghi, peperoni ripieni, crostini alla toscana, insalata di stagione e petto d'anatra. Insomma, ce n'è abbastanza per un pranzo "freddo" da leccarsi i baffi.
Ma attenzione, non è affatto finita qui: oltre all'affettatrice lavora anche la cucina, e lo fa con intelligenza e misura, sfruttando nel modo migliore le eccellenti materie prime a disposizione. Nascono così, per esempio, i raviolotti al pecorino di Pienza con crema di porro, rigatino arrostito e lamelle di mandorle: un piatto ammirevole per sostanza ed equilibrio. Tra gli altri primi (tutti a 9 euro) anche i tipici strichett al ragù di piselli e prosciutto, o i passatelli al trito di gamberi e calamari. Secondi (13-14 euro) prevalentemente di carne: tagliata di manzo con asparagi e scorzone, coniglio di campagna alla Rossini, braciola o involtini di troia mora. Non manca comunque qualche specialità di pesce come il medaglione di tonno in crosta di salmoriglio. Un gradino sotto i dolci, almeno per quanto riguarda il semifreddo al cioccolato e amarene. Di livello assoluto invece la cantina, con molti vini disponibili anche al bicchiere, tra cui l'ottimo Sangiovese delle cantine Nicolucci di Predappio.