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La Cotoletteria
2012-05-18 19:58:24
Locuste
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Recensione
Data di visita
Dicembre 04, 2009
Recensione
L'idea è di quelle che, una volta realizzate, vengono considerate banali, e proprio questo la rende vincente. Aprire nel pieno centro della vita notturna di Milano un locale costruito sullo schema della pizzeria, ma incentrato su una delle più note specialità meneghine (forse importata dai viennesi? Se ne discute sul sito ufficiale), può sembrare in effetti l'uovo di Colombo. Certo, la Cotoletteria può far inorridire i puristi: il personale è quasi interamente straniero, escluso lo chef Marcello Michi, l'ambiente molto alla buona - forse un po' troppo rispetto al livello dei prezzi - ma soprattutto la cotoletta è di maiale (quella di vitello costa il doppio) e si presenta riccamente "vestita" da condimenti più o meno stravaganti, gioia e dolore dei buongustai. Ma chi davvero ama questo piatto non può esimersi da una visita, passando sopra ai piccoli difetti della formula.
Diciamo subito che è bene focalizzare tutto il proprio pasto sulla pietanza principale, magari stuzzicando l'appetito con un assaggio dei discreti antipasti: salumi toscani, formaggi misti, prosciutto crudo e mozzarella oppure fiori di zucca fritti. I primi, invece, sono "di circostanza": spaghetti pomodoro e basilico, pennette all'arrabbiata, lasagne al forno, insomma preparazioni che, con tutto il rispetto per il cuoco, non aggiungono né tolgono nulla al menu. Tra le bevande molti i vini della cantina; se si preferisce si può scegliere il mezzo litro di vino della casa (bevibili il Barbera e il Chianti) oppure l'ottima e pluripremiata birra Menabrea alla spina.
La cotoletta domina dunque incontrastata la scena e la cena: nelle sue varie versioni, dalla parmigiana con crudo e grana alla tirolese con speck e Asiago e all'ortolana con formaggio e verdure grigliate, fino alle più inconsuete come la sarda (soncino e pecorino) o la riviera (brie, carciofi e noci), finisce per soddisfare tutti grazie a quantità consistenti e cottura ottimale. Il prezzo va dai 10 ai 15 euro, ma va detto che per chi non è un vero maniaco è difficile andare oltre la porzione singola. Il pasto si chiude con dolci della casa tra cui sorprende piacevolmente la crema catalana. In generale, pur risultando decisamente meno economico, appare l'ideale sostituto della pizzeria per una cena veloce e informale in compagnia.
Diciamo subito che è bene focalizzare tutto il proprio pasto sulla pietanza principale, magari stuzzicando l'appetito con un assaggio dei discreti antipasti: salumi toscani, formaggi misti, prosciutto crudo e mozzarella oppure fiori di zucca fritti. I primi, invece, sono "di circostanza": spaghetti pomodoro e basilico, pennette all'arrabbiata, lasagne al forno, insomma preparazioni che, con tutto il rispetto per il cuoco, non aggiungono né tolgono nulla al menu. Tra le bevande molti i vini della cantina; se si preferisce si può scegliere il mezzo litro di vino della casa (bevibili il Barbera e il Chianti) oppure l'ottima e pluripremiata birra Menabrea alla spina.
La cotoletta domina dunque incontrastata la scena e la cena: nelle sue varie versioni, dalla parmigiana con crudo e grana alla tirolese con speck e Asiago e all'ortolana con formaggio e verdure grigliate, fino alle più inconsuete come la sarda (soncino e pecorino) o la riviera (brie, carciofi e noci), finisce per soddisfare tutti grazie a quantità consistenti e cottura ottimale. Il prezzo va dai 10 ai 15 euro, ma va detto che per chi non è un vero maniaco è difficile andare oltre la porzione singola. Il pasto si chiude con dolci della casa tra cui sorprende piacevolmente la crema catalana. In generale, pur risultando decisamente meno economico, appare l'ideale sostituto della pizzeria per una cena veloce e informale in compagnia.
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