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Ristorante Le Briciole
2012-06-04 15:48:23
Locuste
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Recensione
Data di visita
Mag 31, 2012
Recensione
Pollicino insegna: seguendo le briciole generalmente si arriva a casa. E la realtà, persino quella di Milano, non sembra smentire la favola, visto che a pochi passi dal Castello Sforzesco è possibile tuffarsi in questo localino semplice e genuino, a gestione rigorosamente familiare. Non è poco, in un contesto ricchissimo di insidie culinarie e di trappole per turisti. Il biglietto da visita del ristorante recita "specialità liguri e piemontesi", anche se a prima vista nel menu emerge soprattutto l'ispirazione genovese, sotto forma di piatti tipici (uno per tutti: l'inconfondibile cima) e anche di condimenti. Pur senza impennate di fantasia, la qualità media è più che discreta e il servizio rende tutto più piacevole. L'unico aspetto che resta decisamente "milanese" sono i prezzi: primi sui 12 euro, secondi non inferiori ai 16 e ricarichi importanti anche per i vini. Ma forse, vista la zona, attendersi altro non era lecito.
Ricco e variegato il menu, che presenta anche una lista variabile di piatti del giorno. Tra gli antipasti, in stagione, è stuzzicante il salame felino con fave fresche: nulla di speciale, ma la semplicità conquista. Stessi presupposti anche per l'insalata di polpo, di freschezza superiore alla media. Più elaborati i primi, tra i quali si segnalano le buone trofiette di Recco al ragù di branzino e olive taggiasche, ma anche le linguine vongole e bottarga e, più sul versante piemontese, le lasagnette caserecce al ragù bianco con Robiola di Roccaverano. L'eponimo risotto alle Briciole identifica un piatto a base di scampi, calamari, zucchine e crescenza. In cantina sono rappresentate tutte le regioni, ma con una prevalenza ligure: il Vermentino di Laura Aschero non tradisce.
Molti i piatti a base di pesce, non scontati da queste parti: il branzino alle olive taggiasche e il branzino al Pigato, nella loro essenzialità, non deludono. In lista anche i calamari ripieni, mentre per chi preferisce i piatti di terra, come detto, c'è la cima alla genovese. Dolci al carrello, tutti fatti in casa ma non particolarmente originali: forse la migliore è la torta di mele, pinoli e uvetta, accompagnata da crostate con vari ripieni, tiramisù e strudel di mele. Per chiudere, immancabile il limoncello offerto dalla casa. In generale un indirizzo da tenere presente per una cena "diversa" dagli standard milanesi, anche se non indolore per il portafoglio.
Ricco e variegato il menu, che presenta anche una lista variabile di piatti del giorno. Tra gli antipasti, in stagione, è stuzzicante il salame felino con fave fresche: nulla di speciale, ma la semplicità conquista. Stessi presupposti anche per l'insalata di polpo, di freschezza superiore alla media. Più elaborati i primi, tra i quali si segnalano le buone trofiette di Recco al ragù di branzino e olive taggiasche, ma anche le linguine vongole e bottarga e, più sul versante piemontese, le lasagnette caserecce al ragù bianco con Robiola di Roccaverano. L'eponimo risotto alle Briciole identifica un piatto a base di scampi, calamari, zucchine e crescenza. In cantina sono rappresentate tutte le regioni, ma con una prevalenza ligure: il Vermentino di Laura Aschero non tradisce.
Molti i piatti a base di pesce, non scontati da queste parti: il branzino alle olive taggiasche e il branzino al Pigato, nella loro essenzialità, non deludono. In lista anche i calamari ripieni, mentre per chi preferisce i piatti di terra, come detto, c'è la cima alla genovese. Dolci al carrello, tutti fatti in casa ma non particolarmente originali: forse la migliore è la torta di mele, pinoli e uvetta, accompagnata da crostate con vari ripieni, tiramisù e strudel di mele. Per chiudere, immancabile il limoncello offerto dalla casa. In generale un indirizzo da tenere presente per una cena "diversa" dagli standard milanesi, anche se non indolore per il portafoglio.
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