Recensione
Pur non essendo il più famoso ristorante in città, l' Hanu' Lui Manuc vince a mani basse la palma della location più scenografica nel centro storico di Bucarest (e non solo tra i ristoranti), oltre a piazzarsi ottimamente in un'ipotetica classifica di qualità. Parliamo infatti del più antico albergo di Bucarest, costruito nel 1808 dal turco di origini armene Manuc Bei, che prese a modello un antico caravanserraglio: per questo la locanda, ancora oggi sostanzialmente immutata nell'aspetto, include uno spettacolare cortile interno con porticati in legno e una vasta copertura alberata, un vero e proprio gioiello per la stagione estiva. Il ristorante è dunque una tappa imprescindibile in tutti i tour della città, ma al di là della prima impressione non è soltanto un'attrazione turistica: l'ampia varietà di piatti, l'abbondanza delle porzioni e il servizio impeccabile lo rendono ideale anche per un primo impatto con la gastronomia romena.
Il locale punta ovviamente moltissimo sull'atmosfera, con numerosi riferimenti all'epoca della dominazione turca, camerieri in costume e spettacoli musicali (di solito serali), e ospita anche matrimoni e cerimonie. La sostanza però resta la stessa ed è molto corposa, fin dagli antipasti: grandi piatti di salumi e formaggi, polpette di agnello, il prelibato e fin troppo abbondante cascaval (formaggio impanato e fritto), la zacusca (salsina di melanzane), una serie infinita di insalate e il roboante "bulz ciobanesc" con pancetta, salsicce di montone e formaggio fritto al lardo. Come si può ben capire, nulla di dietetico, comprese le ciorba (zuppe): eccezionale quella di agnello, in alternativa ci sono anche la tradizionale zuppa di trippa e quella, più delicata, con lenticchie e menta.
Inevitabilmente, vista anche l'immensa griglia che troneggia su un lato della corte, le specialità principali sono carnivore: domina il Manuc Gourmand, un piatto da 1 kg di carne con manzo, pollo, maiale e salsicce varie, ma non mancano hamburger, spiedini e bistecche di ogni genere. Da provare i plescoi (salsicce affumicate) e i mici (salsiccette speziate). Fuori dalla griglia troviamo altre specialità: l'invitante stinco di agnello caramellato cotto in vino ed erbe, la scenografica "Cununa" (corona), costato di agnello con erbe e spezie varie, e ancora cosce d'anatra al forno, zampe di tacchino, goulash e l'immancabile sarmale (foglie di verza con carne macinata). Da non perdere pure i dolci, tra cui spiccano la Pavlova (mascarpone con meringa e frutti di bosco, di imprevedibili origini neozelandesi) e il cataif, versione rumena della turca baklava. Il locale produce anche birra, servita alla spina, e può contare su un vasto assortimento di vini rumeni e internazionali (da evitare però quello della casa). Conto finale decisamente moderato, non sopra i 30 euro.