Recensione
Non ha niente a che vedere con il ben più famoso (e costoso) "Da Giannino" di via Vittor Pisani, e per non ingenerare confusione è meglio chiamarlo semplicemente "L'angolo d'Abruzzo", anche perché il nome è azzeccatissimo: sia per l'Abruzzo, di cui il ristorante riproduce fedelmente le specialità più tipiche, sia per l'angolo che identifica la sua posizione. Piccolo e rumoroso, ma accogliente, il locale propone un'offerta molto semplice: tovaglie a quadri, vino in brocca e atmosfera genuina. Insomma, per una volta anche a Milano un ristorante che si rivela davvero senza pretese e non si limita a voler sembrare tale. Le porzioni sono abbondanti e i prezzi contenuti, nulla da dire sulle pietanze più gettonate, anche se qualche approssimazione di troppo nella presentazione di alcuni piatti finisce per abbassare la qualità complessiva.
Chi volesse assaggiare un vino della cantina, fornita perlopiù di rossi della regione d'origine, lo ordini subito all'ingresso, altrimenti si vedrà recapitare in tavola il robusto e generoso rosso della casa: è comunque un bell'accontentarsi. Generoso è anche l'antipasto misto da cui attingere a piene mani: salumi vari (coppa, capocollo, salame piccante e non), frittatine alle verdure, melanzane e zucchine fritte, peperoni alla griglia, olive ascolane, squisito pane all'olio e così via. Si consiglia però di integrare il tutto con un assaggio dell'ottima burrata. Ampia la scelta dei primi: con il tris, che mescola gnocchi, ravioli e maccheroni, si fa però un po' troppa confusione. Meglio optare più semplicemente per i classici maccheroni alla chitarra con sugo d'agnello, essenziali ma molto apprezzabili, o anche per gli originali gnocchetti agli asparagi.
Arrivati al secondo, c'è naturalmente un piatto che vince su tutti: gli imperdibili arrosticini, che si avvicinano molto al livello di quelli assaggiati "in loco". Interessanti anche le costolette d'agnello. Evitabile invece la grigliata mista che aggiunge ai piatti sopracitati solo qualche poco significativa braciola e un assaggio di scamorza alla griglia. Abbondantissimo il contorno di patate al forno. Dopo aver tracannato un'altra caraffa di vino è tempo di passare a uno dei dolci della casa: torte, ma anche panna cotta, un'ottima crema catalana o i classici sorbetti. Per concludere due intere bottiglie di digestivo: l'amaro abruzzese ma soprattutto il micidiale centerbe, uno dei più forti liquori in commercio. L'ideale per ripartire di slancio...