Recensione
Risparmiamoci ogni descrizione del centro di Baku: sarebbe destinata inevitabilmente a invecchiare nel giro di pochi mesi, visti i vertiginosi mutamenti che sta vivendo la capitale dell'Azerbaijan, in pieno boom economico generato dai massicci investimenti nel petrolio. Difficilmente però spariranno i caratteristici locali sotterranei che si aprono qua e là ai margini della città vecchia: molti sono night club malfamati, altri invece accolgono ristoranti di pregio. Il Firuza, benché in posizione assai turistica, è fra i più rinomati e non solo per la squisita ospitalità: arredi caratteristici, musica e morbidi divani fanno sicuramente la loro parte, ma quello che conta è la cucina e questo ristorante è davvero in grado di offrire il meglio delle sorprendenti specialità azere, andando ben al di là del semplice e onnipresente kebab. Non bisogna pensare di gozzovigliare a basso prezzo (anche i prezzi sono in rapido aumento), ma il conto è tutto sommato contenuto e non mancano le offerte speciali per gruppi numerosi.
Impossibile orientarsi nella chilometrica lista, che comprende decine e decine di piatti, senza chiedere l'aiuto del personale. Solo le pietanze a base di carne sono oltre 50, compresi burritos, goulash e una fantomatica "bistecca italiana"! Decisamente meglio optare per le preparazioni locali: ad esempio il quzu etinden Ovrista (usiamo per convenzione i caratteri occidentali), un appetitoso spezzatino di agnello con cipolla, castagne e melograno, servito nella caratteristica tajine. Ottimi anche il buglama, un robusto e saporito bollito di vitello con verdure, e il qoyun etinden çigirtma, carne di montone con uovo, cipolla e zafferano. Il tutto accompagnato dall'ottimo formaggio fritto che costituisce un ricorrente stuzzichino da queste parti. Non mancano i piatti di origine turca come il classico dolma, a base di pollo avvolto in foglie di vite. Più costose le preparazioni a base di pesce, soprattutto storione: dai 15 manat (cambio alla pari con l'euro).
Come detto la principale specialità azera è il kebab, qui presente in ben 31 varietà: il più caratteristico è il lüle kebab, a base di carne di agnello macinata. Non c'è una vera e propria distinzione tra primi e secondi, ma chi volesse variare un po' il menu può provare con una zuppa di funghi o con una delle moltissime salad: per esempio la hazar, che è in realtà un timballo di patate, uova, salmone, maionese e caviale. Da ricordare che il paese è almeno nominalmente di religione musulmana, quindi niente carne di maiale, ma in compenso l'alcool abbonda sotto forma di birra (poche le locali, tante Heineken e Paulaner) e di vodka. Giudizio da rivedere sui dolci, visto che la Kaliforniya consigliata dalla casa non è nulla di più che un normalissimo pan di spagna con panna e cioccolato. Sono invece sicuramente tipiche, ma difficili da apprezzare per il palato occidentale, le misteriose ciliegie sottaceto servite in chiusura... Nel complesso, comunque, una gran bella sorpresa.