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Fuoricasello 2014

Fuoricasello è un fenomeno unico nel panorama italiano delle guide gastronomiche, e ci vuole un breve ripasso storico per capire da dove arrivino gli “editori con un titolo solo”, come amano definirsi, che hanno dato vita a questo piccolo miracolo. I fratelli Longo (Giovanni, Osvaldo e Paola) editori non lo sono affatto, ma da trent’anni gestiscono a Legnano l’omonima Enoteca, una delle più fornite e frequentate rivendite di vini e prodotti tipici d’Italia, specializzata in regalistica per aziende. L’idea della guida è stata di Osvaldo, che per lavoro percorreva più di 100mila km all’anno: perché non raccogliere in un volume tutti gli indirizzi gastronomici di sicuro affidamento a pochi passi dall’autostrada? C’è voluto qualche anno per elaborare il progetto e metterlo in pratica con la collaborazione di Josè Pellegrini, già giornalista del Corriere della Sera; la prima edizione, alla fine, ha visto la luce nel 2006. La circostanza che “nessuno ci avesse mai pensato prima” è poco rilevante, anche perché non è vera: lo aveva fatto, per esempio, il Touring Club Italiano già nel 2004 (ecco la nostra recensione d'epoca). Quello che conta è che Fuoricasello ha conosciuto un successo, quello sì, senza precedenti, superando le 600mila copie vendute in 7 anni e finendo sui sedili di buona parte degli automobilisti d’Italia. A cosa si deve l’exploit? Certamente ai facoltosi clienti dei Longo, dalle imprese che possono permettersi di acquistare 5.000 copie della guida per volta alla Provincia di Milano, che ha già annunciato l’intenzione di utilizzarla come strenna natalizia… Ma il vero segreto di Fuoricasello è un modello unico e vincente di “ricerca sul campo”, affidato a cento segnalatori da tutta Italia, che lo stesso Giovanni Longo definisce “molto più interessanti degli ispettori delle guide”. E non fatichiamo a credergli.

In pochissime parole, Fuoricasello raccoglie in 416 pagine (al costo di 20 euro) ben 735 locali di tutte le regioni d’Italia, accomunati dalla caratteristica di trovarsi “a 5 minuti” dalle uscite di autostrade e superstrade: per dare un’idea, diciamo nel raggio di 10 km al massimo. I ristoranti sono divisi per regione e per autostrada di riferimento, così da poter seguire il percorso uscita per uscita. Ogni recensione affianca alla sintetica descrizione del locale una meritevolmente accurata rassegna dei prezzi, riportando il costo minimo e massimo dei primi e dei secondi, e l’eventuale proposta a menu fisso per il pranzo; non mancano inoltre indicazioni di servizio come la presenza di seggioloni per bambini o attrezzature per disabili. Ma che tipo di ristorante trova spazio in questa guida? Giovanni Longo non ama il termine “chilometro zero” (e ci mancherebbe…) ma parla di “cucina legata al territorio, senza troppi fronzoli e voli pindarici”. Niente chef stellati, insomma, anche se le fasce di prezzo sono abbastanza variabili.

Da segnalare come chicca la prefazione di Bruno Pizzul, indimenticabile telecronista calcistico ma anche appassionato enogastronomo. La particolarità sta nel fatto che Pizzul non ha mai conseguito la patente di guida, e proprio facendosi scarrozzare qua e là ha potuto apprezzare meglio i suggerimenti culinari del volume: “Il viaggio non deve essere solo un collegamento tra partenza e arrivo – ha detto alla presentazione dell’edizione 2014, tenutasi nella sede della Provincia di Milano – ma anche un’esperienza piacevole di per sé. Credo che questo libro dia anche un’indicazione di vita: rallenta, fermati, non essere sempre frenetico”.

Alla guida non c’è nulla da rimproverare sul piano della praticità di consultazione e pochissimo su quello della selezione: forse un po’ di eterogeneità nei locali segnalati, peraltro attesa, visto che il minimo comun denominatore è solo la posizione geografica. Dell’impostazione soffrono ovviamente Sud e isole, meno servite dalle rotte stradali: le regioni meridionali vantano complessivamente solo 167 ristoranti, un po’ pochi per garantire la diffusione nazionale del libro. Che, comunque, continua ad aumentare la tiratura e insegue un sogno proibito: sbarcare anche nella casa del “nemico” Autogrill, forse l’unica azienda italiana che per ovvie ragioni non vede di buon occhio il successo della guida. Il giorno in cui, tra un Camogli e una Rustichella, spunteranno le copie di Fuoricasello, i Longo potranno davvero consumare la loro vendetta sul "triste rito del panino"… Per adesso, la prima battaglia è già vinta.

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