La Ratera Hot
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Indirizzo
Via / piazza
via Ratti 22
Città
Milano
Località / frazione
Trenno
Regione
Lombardia
Provincia
Milano
Informazioni
Giorno di chiusura
domenica
Orari
sera
Coperti
30
Prezzi
35-40 €
Carte di credito
Sì
Contatti
Telefono
02-48202932
Sito internet
E-mail
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Opinione autore
La Ratera
2012-05-24 21:37:02
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 24 Mag, 2012
Ultimo aggiornamento: 24 Mag, 2012
#1 recensione - Guarda tutte le mie opinioni
Ultimo aggiornamento: 24 Mag, 2012
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Recensione
Data di visita
Marzo 26, 2007
Recensione
Birre artigianali alla spina e un vastissimo assortimento di birre in bottiglia provenienti da tutto il mondo, in particolare dal Belgio: queste le caratteristiche che hanno fatto viaggiare la fama della Ratera al di là del ristretto scenario di Trenno, piccola frazione dell’estremo nord-ovest di Milano. In seguito il locale ha iniziato a proporre una ricercata cucina a base di birra che ha catalizzato l’attenzione degli appassionati. Purtroppo, da protagonista della moda a vittima della moda stessa il passaggio è breve: ci riferiamo alla tendenza in voga (per noi esecrabile) a presentare in tavola creazioni culinarie dai nomi fin troppo elaborati o fastosi, in porzioni ridottissime e volutamente inadeguate, per conferire un tocco di malintesa finezza al menu. Tutto ciò a scapito di una qualità che, negli ingredienti e nella preparazione dei piatti, rimane comunque elevata.
Esempio perfetto sono gli antipasti. Le cozze alla “Blanche des Honnelles” con portulaca invernale, finocchi croccanti e arance non sono altro che pochissimi molluschi gratinati serviti con un contorno nulla più che simpatico; la spuma di caprino è gentilmente offerta come appetizer, ma in dose talmente ridotta da non poterne neppure apprezzare il gusto. Quando invece l’originalità delle scelte e degli accostamenti è reale, e non soltanto esibita, il risultato è molto interessante: è il caso per esempio dell’ottimo risotto con barba di frate oppure degli altrettanto gustosi, anche se poco sostanziosi malfatti di fave e scarola su passata di lenticchie rosse alla “Chouffe” (simili al tradizionale passato di fave pugliese). Non convincono invece i ravioli, piuttosto anonimi.
Stessa alternanza e purtroppo stessa parsimonia nelle porzioni promettono i secondi: culatello di Parma alle cipolline borettane alla “Duchesse de Bourgogne”, spiedino d'agnello arrostito all' "Amber shock" su crema d'aglio dolce e cavolini di Bruxelles, e così via. Tra i dolci molto riuscito il gateau di cioccolato e arance, gradevole anche la cassata alla “Isaac”. Assai povera invece la bavarese alla “Bon Voeux”. Nel complesso i punti a favore del locale (l’atmosfera da antica osteria con arredamento elegante e curato, lo straordinario assortimento di birre tra cui consigliamo la splendida La Chouffe) sono controbilanciati da un servizio davvero eccessivamente lento e dall’esagerata ricerca della raffinatezza anteposta a tutto, anche alla soddisfazione gastronomica del cliente.
Esempio perfetto sono gli antipasti. Le cozze alla “Blanche des Honnelles” con portulaca invernale, finocchi croccanti e arance non sono altro che pochissimi molluschi gratinati serviti con un contorno nulla più che simpatico; la spuma di caprino è gentilmente offerta come appetizer, ma in dose talmente ridotta da non poterne neppure apprezzare il gusto. Quando invece l’originalità delle scelte e degli accostamenti è reale, e non soltanto esibita, il risultato è molto interessante: è il caso per esempio dell’ottimo risotto con barba di frate oppure degli altrettanto gustosi, anche se poco sostanziosi malfatti di fave e scarola su passata di lenticchie rosse alla “Chouffe” (simili al tradizionale passato di fave pugliese). Non convincono invece i ravioli, piuttosto anonimi.
Stessa alternanza e purtroppo stessa parsimonia nelle porzioni promettono i secondi: culatello di Parma alle cipolline borettane alla “Duchesse de Bourgogne”, spiedino d'agnello arrostito all' "Amber shock" su crema d'aglio dolce e cavolini di Bruxelles, e così via. Tra i dolci molto riuscito il gateau di cioccolato e arance, gradevole anche la cassata alla “Isaac”. Assai povera invece la bavarese alla “Bon Voeux”. Nel complesso i punti a favore del locale (l’atmosfera da antica osteria con arredamento elegante e curato, lo straordinario assortimento di birre tra cui consigliamo la splendida La Chouffe) sono controbilanciati da un servizio davvero eccessivamente lento e dall’esagerata ricerca della raffinatezza anteposta a tutto, anche alla soddisfazione gastronomica del cliente.
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