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Grape
Grape Hot
 
Grape 2019-11-18 14:46:09 Locuste
Voto medio 
 
7.1
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    18 Novembre, 2019
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Recensione

Data di visita
Ottobre 17, 2019
Recensione
Da quando il Salento è diventata una delle mete turistiche più gettonate del nostro paese, cioè da non meno di 15 anni, anche la cucina del "tacco d'Italia" è letteralmente sulla bocca di tutti. Ma non per questo sono cambiate le sue caratteristiche, basate sulla semplicità e la genuinità di sapori essenzialmente contadini, magari forti ma sempre sinceri. Il Grape è un perfetto compendio di tutto questo: la tradizione inizia dai piatti (intesi come stoviglie) e continua con il loro contenuto, che non si discosta quasi per nulla dal canovaccio del territorio. Anche i prezzi, seppure non paragonabili a quelli originali, sono concorrenziali. L'unica cosa che davvero stona è l'atmosfera: è più che evidente che i locali che ospitano il Grape fossero in precedenza adibiti a tutt'altro tipo di ristorante (giapponese, nello specifico). E l'arredamento minimal, i colori scuri e il bancone con tanto di bottiglie illuminate si sposano malissimo con quest'ottimo indirizzo di cucina popolare.

Il cibo, comunque, è quello che più conta. E da questo punto di vista, come si è detto, il ristorante non delude: a cominciare dagli antipasti, tra cui spiccano le gustosissime pittule, le tipiche palline di pastella fritta (a soli 3,5 euro). In alternativa il misto di verdure sott'olio, le friselline con patè di verdura e il pecorino salentino; la selezione (10 euro) riunisce in pratica tutte queste proposte. I primi sono una delle specialità della casa: imperdibili le orecchiette con pomodoro e stracciatella, ma anche quelle con funghi cardoncelli e pomodorini, i cavatelli freschi con pomodoro, basilico e cacioricotta. Tutto a 10 euro, così come i tagliolini freschi al "pesto del Sud" (basilico, sedano e mandorle).

A parte qualche proposta di crudo, come la tartare di cavallo e di tonno o il carpaccio di salmone (che in questo periodo sembrano proprio essere d'obbligo ovunque), i secondi sono anch'essi nel solco della tradizione: saporitissima salsiccia del Salento al vino bianco (9 euro), scamorza affumicata, caprese con burrata di Andria, tagliata di cavallo (6 euro all'etto). La proposta di dessert varia, ma non si può fare a meno di puntare sull'immancabile pasticciotto salentino, preferibilmente nella versione classica con crema e amarena (4 euro). Interessante la scelta dei vini, con Primitivo e Negroamaro a farla ovviamente da padroni.
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